La cosiddetta terza generazione di impianti di Naltrexone
- impianti a 6 e a 12 mesi
Si producono a Hong Kong e in Giappone. Il rilascio
controllato di naltrexone si fornisce con le matrici polimeriche. Sono
abbastanza sicuri per i suoi effetti sul fegato. Anche se nel 5% dei casi può verificarsi
una reazione infiammatoria locale (se si nota arrossamento, prurito, o gonfiore
è urgente iniziare il trattamento con antibiotici, antistaminici,
corticosteroidi).
È rissaputa
l’efficacia del naltrexone nel trattamento della dipendenza da alcool. Ci sono
casi attestati di impianto simultaneo di naltrexone e disulfiram in pazienti
con polidipendenza o in pazienti affetti da alcolismo grave.
Impianti di Naltrexone (pallina
di Naltrexone, impianto di Naltrexone, pillole per l’impianto, "chip
contro i narcotici") – la durata di conservazione è di 2, 3, 4 mesi, a
seconda della dose. Sono apparsi nei primi anni novanta negli Stati Uniti,
Australia, Regno Unito. In America sono ufficialmente brevettati i cilindri
pieni, che contengono naltrexone, stearato di magnesio, triamcinolone. In
anestesia locale, con un’incisione di 2 cm, sottopelle si applica l'impianto. Il
miglior posto per un assorbimento stabile è il tessuto sottocutaneo nel terzo
inferiore dello stomaco. La procedura d’impianto è indolore e dura circa 5
minuti. (Http:// www.youtube.com/watch?v=rx4AMZrfUfc).
Durante la fase d’impianto, bisogna evitare danni meccanici, e l’impatto
termico sulla zona dell'impianto. A volte, nel 5% dei casi, si ha una reazione
locale sul magnesio stearato (arrossamento, gonfiore, prurito). Di solito
sarebbero sufficiente 7 giorni di terapia giornaliera con antibiotici,
antistaminici e corticosteroidi, per stabilizzare i problemi eventuali. Negli ultimi 5 anni in Australia sono stati
fatti 10 000 impianti di Naltrexone. Alla scadenza della durata del primo
impianto, si raccomanda di montare il successivo. La durata totale di
protezione deve essere almeno 12-16 mesi.
Naltrexone palmitato (Vivitrol,
naltrexone depot iniezioni, impianto liquido) - si tratta di un bloccante di
nuova generazione il cui l’effetto dura 28 giorni. L’iniezione della soluzione di
naltrexone connesso alle molecole di acidi grassi, fornisce una concentrazione
stabile e una prevedibile liberazione di naltrexone dall’iniezione nel tessuto.
Somministrazione di medicine e alimenti negli Stati Uniti ha testato e
confermato questo farmaco per l'uso nel trattamento della dipendenza da oppiacei e alcol. Non è pericoloso e non provoca reazioni allergiche locali e
infiammatorie.
Pillole per uso interno (Revia,
Nalorex, Antaxone, Naltrexone) - Ogni compressa contiene 50 mg e agisce durante
24 ore. Si assume la mattina sotto il controllo dei parenti. Esistono schemi
dove il venerdi si prendono 2-3 pillole per prolungare e rafforzare l’effetto
del blocco durante il periodo che potrebbe essere pericoloso per la ricaduta.
Il preparato è compreso in quasi tutti i protocolli di terapia impiegati contro
la droga. Prima di iniziare la terapia è necessario assicurarsi che il corpo sia
libero da oppioidi, eseguire un test dell’imunochromo per la rilevazione di
oppioidi nelle urine, per assicurarsi che dal momento dell’ultima assunzione
dei narcotici siano trascorsi almeno 7 giorni e il paziente non avverta sintomi
di crisi d’astinenza. L’assorbimento del naltrexone nell'organismo non disintossicato
provoca una forte reazione con sintomi intensi, tipici della sindrome
d’astinenza. Coloro che l’hanno provata, dicono che dopo soli 15-20 minuti il
soggetto sente tutti i sintomi della crisi, solo 100 volte più potenti - dolore,
diarrea, vomito, starnuti, lacrimazione, istinto di gettarsi sul pavimento.
L'assunzione del narcotico non facilita la crisi d'astinenza che può durare 24
ore. Attenzione, non prendere i bloccanti se non siete sicuri che il vostro
organismo sia sufficientemente pulito. Questo blocco provoca un effetto
epatotossico, per questo motivo non è raccomandato alle persone che hanno problemi
epatici, transaminasi maggiori di 150-200, bilirubina superiore a 50 mmol / l),
e segni clinici di colestasi e citolisi. Negli
altri casi, il naltrexone non è una cattiva scelta per pazienti motivati
che cooperano. Con test regolari sulla droga, il naltrexone permette alla
famiglia di controllare i pazienti durante l’astinenza dalla droga.
Il Naltrexone è un
completo antagonista di tutti i tipi dei recettori sugli oppioidi. Elimina
l'effetto della morfina, dell’eroina, del metadone, della codeina, dell’Oxycontin,
del Fentanyl, della substitola, del tramadolo, degli alcaloidi dell'oppio e degli
altri oppioidi sintetici In caso di assunzione di una di queste sostanze, se i
recettori nell’organismo sono bloccati dal naltrexone, l’intossicazione da stupefacenti non viene percepita. Il
soggetto non sente l’euforia né la soddisfazione delle sostanze stupefacenti.
Nel tentativo di ,,rompere’’ il bloccante con dosi elevate possono provocarsi conseguenze
impreviste: ostruzione delle vie respiratorie, gonfiore del cervello, coma,
shock, morte per depressione cardio-respiratoria. Il Naltrexone è utilizzato
nella pratica clinica dai anni ‘70 del
ventesimo secolo. Da questo momento, viene costantemente perfezionata la
terapia di rafforzamento del blocco, aumento della durata del blocco e riduzione
del carico tossico sul corpo.
Il metodo o bloccofarmacologico di isolamento, che vieta il consumo di droga è stato per lungo
tempo considerato uno dei più efficienti in narcologia. A volte, per una
persona è molto difficile resistere alla tentazione di assumere la sostanza
desiderata. Si tende a trovare sempre una ragione, a creare in qualche modo le
circostanze, per trovare il tempo e i soldi per gli stupefacenti. Dopodiché, il
tossicodipendente non è più in grado di fermarsi, non pensa alle conseguenze.
Quindi ciò che può salvarlo è l'ultima linea di difesa contro la droga – il
blocco. In altre parole, nel corpo del paziente è presente il farmaco che
interferisce con l'effetto dei narcotici o dell’alcool. Oggi è il naltrexone,
che blocca i recettori degli oppioidi e il disulfiram che trasforma i vari enzimi
di metabolismo dell'alcool. Nel 2015 verrà messo in commercio il vaccino contro
la cocaina che lega la molecola di cocaina con una molecola proteica di grandi
dimensioni, impedendo a questo composto di arrivare dal sangue ai recettori del
cervello.